“Nessuno ha potere sulla bellezza, la bellezza è qualcosa di inquietante, che ci trafigge, che ci scuote, la bellezza non si conforma”

Questa è la presentazione di “Bello!”, la “performance da palcoscenico” alla quale abbiamo assistito con i ragazzi di alcune scuole superiori della regione Piemonte.

Prima, però, abbiamo fatto alcuni incontri con loro per riflettere insieme sul tema e chiederci:

siamo d’accordo?

Abbiamo usato lo strumento che conosciamo meglio, il teatro, per guidare gli studenti nell’esplorazione libera del concetto di “Bellezza” resistendo alla tentazione di circoscriverlo in una rassicurante ma limitante definizione e concedendoci piuttosto il lusso audace della scoperta. 

Ogni idea generale è diventata un’occasione per scendere nel particolare e mettersi in discussione; ed è stato molto interessante vedere come i punti di vista possano cambiare ed evolvere quando ci si confronta con gli altri. 

Ma cos’è la Bellezza?

Attraverso un’indagine sui tipi di stile che esistono nella nostra società, i ragazzi hanno capito che gli stereotipi sono un territorio rassicurante ed identificarsi in una categoria scegliendo un “gruppo di appartenenza” può essere di aiuto per iniziare a definire una propria identità; ma hanno riconosciuto anche che siamo tutti un caleidoscopico miscuglio di elementi differenti e ognuno di noi è libero di giocare con i modelli, reinventandoli e mescolandoli per esprimersi come desidera senza regole prefissate.

Siamo andati ancora più a fondo e li abbiamo portati ad interrogarsi sulla natura della bellezza: è venuto fuori che non è solo una qualità estetica, ma ha a che fare con tanti altri aspetti molto meno evidenti come il carattere, la personalità, la gentilezza, il rispetto, l’attenzione e l’ascolto degli altri.

Rispetto, attenzione e ascolto ai quali sono giunti attraverso un percorso di consapevolezza, partendo da loro stessi e rispondendo alle domande: come diciamo a qualcuno che lo troviamo bello? Come facciamo complimenti agli altri? E come li riceviamo? Quali sono i complimenti che ci fanno piacere, e quali invece non abbiamo voglia di sentire? Magari, quando passeggiamo per strada? A tal proposito, è stato bello vedere come la condivisione delle esperienze personali e alcuni giochi di scambio e immedesimazione abbiano risvegliato nei ragazzi una maggiore sensibilità verso situazioni che se a loro possono apparire divertenti, per le coetanee spesso sono al contrario sgradevoli e disturbanti.

Abbiamo poi guidato gli studenti in visita ai luoghi comuni, ma solo per permettere loro di oltrepassarli e accorgersi che non esiste un’idea di bellezza oggettiva e univoca, la bellezza è anzi un territorio ricco e sfaccettato e ognuno di noi la può trovare nei dettagli più inaspettati.

Ed ecco cosa hanno scoperto:

che possono sentirsi belli “quando l’immagine nello specchio li soddisfa” o “quando non sentono neanche il bisogno di guardarlo, lo specchio”. “Quando lo dice la nonna”, “quando portano a termine i loro obiettivi”, “quando aiutano gli altri”, “quando si preparano per uscire la sera”, “quando sorridono”, “quando fanno qualcosa che gli piace”, “quando sono felici e vedono bellezza intorno a sé”.

“Vedere bellezza intorno a sé”, proprio così: perché la bellezza è un certo modo di guardare le cose.

Allora ogni settimana al nostro incontro chiedevamo loro: “In questi giorni che non ci siamo visti, avete prestato attenzione a qualcosa di nuovo, di particolare che vi va di condividere?”. Le risposte hanno reso evidente che, poco a poco, meccanismi inediti si innescavano e i ragazzi iniziavano a osservare la vita di tutti i giorni con occhi diversi, come avessero una lente speciale.

L’unione delle tecniche teatrali e artistiche con la competenza e sensibilità analitica dei colleghi Bonarrigo e Cassiani ci ha dunque permesso di sperimentare sul campo che è proprio così; la bellezza non si conforma, anzi:

esiste un’educazione alla bellezza che risveglia dei punti di attenzione, dei filtri di meraviglia e una sensibilità che ci rendono liberi dai pregiudizi e dagli stereotipi.

Le dedichiamo tutto il nostro lavoro ed impegno.

Marco FioritoResponsabile Comunità e Partecipazione

Abbiamo avuto l’occasione di svolgere i laboratori di scoperta sul tema della bellezza tra gennaio e aprile del 2024.

Attraverso tecniche teatrali ed esercizi di pedagogia attiva abbiamo lavorato tenendo a mente che la parte finale e integrante del percorso sarebbe poi stata la visione dello spettacolo teatrale “Bello!”, una produzione teatrale dell’associazione Cordata F.O.R. e di Fabbrica C, compagnia italiana di circo contemporaneo, in collaborazione con Flic Scuola di Circo

I laboratori si sono svolti per e con gli studenti di tre scuole piemontesi, in particolare il Liceo Statale De Amicis di Cuneo, il Liceo Scientifico Juvarra di Venaria Reale e l’Isituto Tecnico Denina Pellico di Saluzzo.

Sono stati condotti dagli educatori e psicoterapeuti di Stranaidea Andrea Cassiani e Davide Bonarrigo e dai tecnici teatrali Marco Fiorito e Anna Carla Bosco e creati con la collaborazione della Fondazione Piemonte Dal Vivo. 

Matteo Negrin, direttore di Piemonte dal Vivo, dichiara: “Attribuiamo grande importanza all’innovazione, con un focus strategico su diverse iniziative volte a stimolare nuove comunità di spettatori, a favorire nuove prospettive sul teatro e a sostenere artisti e artiste emergenti. In linea con questi obiettivi, ci concentriamo sull’interazione con il pubblico giovane, collaborando strettamente con il settore educativo per sviluppare progetti didattici mirati all’adolescenza e per confrontarci con le sfide della società contemporanea, offrendo spazi di riflessione e dialogo, come il laboratorio creato in sinergia con l’Impresa Sociale Stranaidea. ‘Bello!’ è un esempio virtuoso di trasversalità e di intreccio di vari piani d’azione del Circuito multidisciplinare: in scena sui palchi del Piemonte, oggetto di indagine di un laboratorio per adolescenti e anche parte integrante della rassegna diffusa di danza contemporanea We Speak Dance e del cartellone Teatro No Limits, che si adopera per rendere lo spettacolo accessibile a persone non vedenti e ipovedenti.” Per approfondire meglio, leggete tutto il Punto di Vista della Fondazione: “Il BELLO! delle nuove generazioni”