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L’inserimento lavorativo, inteso come percorso attraverso cui un individuo mette in atto azioni finalizzate all’integrazione attiva all’interno di un’organizzazione produttiva, è un processo che coinvolge una pluralità di attori i quali interagiscono fra loro sulla base di proprie convinzioni, conoscenze ed aspettative.

La finalità di tale processo è allestire le condizioni per far sì che il lavoratore realizzi i suoi scopi in merito al lavoro e contemporaneamente garantire all’organizzazione che lo accoglie di poter essa stessa soddisfare le sue legittime aspettative. Tale processo mette in moto un sistema complesso ed articolato di rappresentazioni mentali e di relazioni.
La relazione circolare che corre tra le capacità della persona, i determinanti cognitivi motivazionali dell’azione, le risorse a disposizione della persona, è la base delle azioni che possono essere messe in atto nel processo di inserimento per rendere compatibile/coerente il “potere” del lavoratore svantaggiato con gli scopi che l’azienda gli chiede di perseguire, attraverso il set di norme che ne definiscono il ruolo.

Nei processi di inserimento lavorativo gli strumenti centrali sono:

il progetto condiviso, ovvero un set di obiettivi, azioni e strumenti negoziato fra tutti gli attori impegnati nel processo di inserimento lavorativo, come base per l’adozione di scopi condivisi fra tutte le parti in gioco e la messa in atto di comportamenti cooperativi in cui tutti gli attori condividono le “risorse” a loro disposizione.Il “contratto” di tirocinio, attraverso cui si attribuiscono reciprocamente set di norme, obiettivi e impegni con cui gli attori, scegliendo di vincolarsi, mettono in gioco risorse, capacità, fiducia reciproca e riconoscono nell’altro sufficienti capacità per poter adempiere ciò per cui si è impegnati;

La pianficazione di attività lavorative sempre più complesse, affrontate grazie alla funzione di mediazione all’apprendimento svolta dall’operatore. L’esercizio di competenze in ambito produttivo, l’esperienza che si accumula, sono i fattori più rilevanti di crescita delle capacità del lavoratore: dal punto di vista manuale le “skills” crescono con l’azione e l’esercizio, dal punto di vista cognitivo l’apprendimento rinforza ed amplia la capacità di “bridging”, ovvero la facoltà di “traslare” conoscenze ed abilità da una situazione ad un’altra.

Le verifiche periodiche, attraverso le quali sono esplicitate le valutazioni. La valutazione (positiva) di una azione, in quanto credenza che ciò che si sta facendo è efficace, è alla base della motivazione, ma anche della messa a disposizione di risorse sempre più ampie e/o raffinate.

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