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Stranaidea è lieta di festeggiare i 30 anni di vita della Cooperativa Dalla Stessa Parte (DSP) che fin dalla sua nascita lotta per affermare il valore dell’integrazione delle persone con disabilità. Come? Attraverso la creazione concreta di opportunità, contesti e condizioni per cui ogni persona possa agire le proprie capacità ed attitudini, realizzando dei ponti tra i propri obiettivi personali e gli obiettivi comuni alla società e all’organizzazione.
Vi invitiamo quindi a riflettere e approfondire con la lettura dell’articolo in calce nella speranza di trovare anche voi “dalla loro parte”!
 
Eventi…ma anche sentimenti
Sono passati trent’anni; ciò che nel 1983 era un’idea, e poi una scommessa, oggi è una (piccola) azienda, vitale, che continua a lottare per affermare un principio, un valore: quello dell’integrazione delle persone con disabilità.
Nata nel 1983 con un piccolo atelier di artigianato del cuoio, Dalla Stessa Parte ha sin da subito iniziato a differenziare le sue attività, avviando il laboratorio di assemblaggio di componenti elettronici ed il settore di manutenzione aree verdi: in modo che ogni ragazzo inserito potesse avere una sua opportunità, la migliore in rapporto alle proprie capacità e motivazioni…anticipazione del concetto di “matching”, che oggi guida il cosiddetto “collocamento mirato” dei disabili.
Nel 1989 il cambiamento di sede, con l’inaugurazione del “Poligono”, struttura militare in disuso, ristrutturata per usi di pace e di giustizia sociale con il volontariato ed i soldi degli “obiettori fiscali” (quelli che versavano l’equivalente delle tasse per le spese militari a progetti di pace…e poi venivano pignorati!). I nuovi spazi consentono ampliamenti delle attività, e più opportunità di inserimento.
Nel 1993, il giorno di Natale, muore Franco Malerba, fondatore ed anima per dieci anni della cooperativa: oltre ad un immenso vuoto affettivo, lascia tuttavia un gruppo dirigente consolidato, convinto, che ha assorbito e metabolizzato la “sua” missione ed è in grado di attuarla e di farla evolvere. La migliore eredità di un leader…
A metà degli anni ’90 la “vision” della DSP si consolida nel progetto “Icaro”, dove è affermata la “mission” della cooperativa sociale di tipo B: essere un soggetto “aziendalmente capace”, dove le persone con disabilità possono apprendere, sperimentarsi, costruirsi professionalità atte a consentire, per alcuni, un soddisfacente, e duraturo, approdo alle aziende profit, per altri una “produttività sociale” da spendersi utilmente nella comunità locale; è l’anticipazione delle “politiche attive” che inizieranno ad implementarsi a fine decennio, soprattutto è intuizione che sarà recepita nella legge 68/99, quella del “collocamento mirato”. Questa “vision” di Dalla Stessa Parte è costruita, confrontata, negoziata con i soggetti con cui da sempre la cooperativa collabora, che ha scelto come interlocutori, e di cui si sente partner: il Comune di Ciriè, il Consorzio dei Servizi Socio Assistenziali ed il Centro per l’Impiego.
Ad inizio del terzo millennio termina la lunga e ricchissima stagione degli obiettori di coscienza, che fin dal nascere della cooperativa avevano costituito una enorme risorsa: di forze giovani, di intuizione, di entusiasmo, di dedizione…molti di loro sono diventati protagonisti della storia di DSP, all’interno od a fianco di essa.
Il 2001 avvia la stagione (purtroppo ricorrente…) delle grandi recessioni economiche, di cui la cooperativa risente, seppur in ritardo, come tutti gli operatori economici locali: nasce allora la riflessione interna sul “nuovo modello di sviluppo”, su nuove attività dove possano trovare collocazione (reddito e soddisfazione) gli “esclusi” da un mercato sempre più competitivo e spietato: si avvia la “Fattoria Sociale”, attività di agricoltura biologica dove le persone con disabilità intellettive e disagio psichico possono lavorare, beneficiare di un piccolo reddito “di sopravvivenza”, ricavare prodotti alimentari a supporto della loro vita quotidiana…ed imparare (o reimparare!) il mestiere agricolo, in attesa del “ritorno alla terra” che si sta affermando oggi.
La stagione delle crisi (compresa l’ultima, devastante, che dura ancora oggi) ha aperto il periodo di regresso del welfare e di contrazione delle risorse a disposizione per le commesse da affidare alle cooperative sociali; per Dalla Stessa Parte è crisi vera, che mette a rischio anche la stessa sopravvivenza della cooperativa: occorrono dolorose economie, ristrutturazioni organizzative molto pesanti, una drammatica attenzione alle ragioni economiche e finanziarie. Tuttavia tutti gli eventi, ed i sacrifici, sono affrontati con spirito di solidarietà e condivisione interna, collaborando con le altre cooperative di Ciriè per razionalizzare i costi e fare “fronte comune”: quindi si sopravvive e, come dopo ogni grave malattia, ci si scopre più forti, e più consapevoli di quale grande ricchezza sia essere vivi!
Oggi e domani…
Parlare di “vision” per il futuro è, semplicemente, ragionare su cosa vediamo, in cosa crediamo. E poi fare qualcosa, coerente alla nostra “mission”, che ci consenta di attuarla, nella situazione esistente, continuando ad essere “in salute”.
Dalla Stessa Parte crede nella dignità umana, che è riconoscere a ciascun essere umano (a ciascun essere vivente) di essere portatore dei diritti inalienabili di vivere; di libertà di scelta; di salute; di benessere, e permettere all’individuo di agire questi diritti. DSP opera con giustizia, in un’ottica di pari opportunità: nel concreto significa creare condizioni affinché ciascuna persona possa usufruire delle risorse necessarie ad agire i propri diritti, ovvero mettere a disposizione di ciascuna persona risorse differenziate, a seconda delle competenza da essa possedute, che le permettano di perseguire i suoi obiettivi.
La cooperativa mette alla base della sua azione la solidarietà, che tradotta operativamente vuol dire condividere con le persone in difficoltà competenze, esperienze, risorse necessarie a permetter loro di realizzare gli obiettivi che si sono proposti. Il tutto nel rispetto della diversità (l’altro nome della virtù della tolleranza): per DSP significa permettere a ciascuna persona di stabilire i propri piani di scopi e di scegliere azioni e strumenti per perseguirli, sulla base della propria cultura, delle proprie credenze e valori.
Infine Dalla Stessa Parte considera come propria finalità realizzare integrazione (che significa dare valore alla diversità di cui è portatrice ogni persona, nella comunità cui appartiene): nel concreto si traduce nel creare condizioni e contesti per cui ogni persona possa agire le proprie capacità ed attitudini, incorporando (parte de)i propri obiettivi all’interno degli obiettivi comuni alla società ed all’organizzazione.
È possibile questo in un mondo sempre più competitivo, selettivo, individualista? È possibile questo nel nostro paese squassato e smarrito, un’Italia “di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello”?
A dire la verità non lo sappiamo, ma lo speriamo: perché non c’è alternativa. La nostra “vision”, se non si opera con i valori e la missione che abbiamo professato, vede solo catastrofi (ambientali e sociali) e lutti (personali).
Siamo tutti coinvolti: invito ai compagni di viaggio naviganti!
Quindi? Siamo tutti coinvolti! Parafrasando De Andrè della “Canzone del Maggio”
“E se credete ora 
che tutto sia come prima 
……
convinti di allontanare 
la paura di cambiare 
……
grideremo ancora più forte 
per quanto voi vi crediate assolti 
siete per sempre coinvolti, 
per quanto voi vi crediate assolti 
siete per sempre coinvolti.”
Noi diciamo che siamo tutti in questo stesso mare (in tempesta), di persone in difficoltà, di immigrati annegati, di malati che soffrono, di famiglie che tirano ad arrivare a fine mese (…ed a volte non ci arrivano…), di ragioni dell’economia che prevalgono su quelle della vita: noi abbiamo un compito, ognuno di noi e di voi ha il suo, e stiamo provando a svolgerlo. Speriamo di avere altri naviganti a fianco, per darci reciprocamente una mano…

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