Una delle frasi ricorrenti tra gli uffici e i corridoi della nostra Impresa Sociale è “buon lavoro”.

È un augurio (“spero che tu possa trascorrere una piacevole giornata di lavoro”), e a volte un monito (“mi raccomando, svolgi bene il tuo lavoro“) che si usa in chiusura di una riunione o alla fine di una comunicazione via e-mail.

Fare un buon lavoro, o un eccellente lavoro, non significa però fare un lavoro perfetto.

Perché ogni lavoro, così come ogni cosa che facciamo, è la sintesi delle risorse di cui disponiamo agìte nei limiti a cui siamo sottoposti. E questi limiti sono in genere molto meno visibili dell’azione che vincolano.

Tutti vedono la violenza del fiume ma pochi notano la violenza degli argini che lo contengono, diceva Bertold Brecht. 

Dal 2016, il “buon lavoro” del Progetto MisterGrab consiste nell’offrire accoglienza e orientamento per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.

Questo lavoro è stato svolto sempre nel rispetto delle regole e in risposta alle esigenze espresse dalla committenza (Prefettura, Servizio Centrale del ministero dell’Interno, Enti Locali). Lavorare con le istituzioni pubbliche accresce la dimensione vincolante delle risposte, spesso legate a esigenze sociali ed economiche contingenti, talvolta suggerite da esigenze politiche dal carattere intrinsecamente ondivago.

La risposta delle Cooperative Stranaidea e Dalla Stessa Parte è sempre stata pronta, rispettosa, ineccepibilmente solidale. E, ovviamente, imperfetta.

Alla base di ogni azione ci sono sempre le persone, perfettibili per natura ma in grado di aggiungere valore attraverso responsabili di progetto, operatori, mediatori culturali e responsabili amministrativi formati e capaci di costruire due progetti, CAS e SAI, efficaci e solidi. Progetti che hanno affrontato nel tempo le migrazioni provenienti dalla crisi Somala, Libica, Siriana, Afghana e Ucraina, accogliendo centinaia di persone provenienti da ogni parte del mondo e cercando di costruire con loro una piccola parte del futuro di tutti. 

Queste stesse persone hanno da poco deciso di rispondere alla rinnovata esigenza delle Prefetture, chiamate ad affrontare l’ennesima drammatica “emergenza sbarchi” con la richiesta di nuovi e numerosi posti di accoglienza.

Forte delle proprie radici solide e della profonda conoscenza del territorio, il Progetto MisterGrab ha deciso di accettare una sfida nuova, imprevista e complessa come quella dell’”accoglienza collettiva”.

Una piccola struttura alberghiera della città di Lanzo Torinese ha accordato la propria disponibilità, e l’equipe del Progetto MisterGrab, abituata da sempre al modello e alle prerogative dell’”accoglienza diffusa”, ha deciso di provare a fare un “buon lavoro” anche nei limiti di questa nuova condizione. È un lavoro che è iniziato da pochi mesi e ha già manifestato una serie di difficoltà del tutto nuove. È un’esperienza che prevede la possibilità di interrompersi e di fallire, ma a cui dire di no, continuando a fare lo stesso “buon lavoro” di sempre, sarebbe stato troppo comodo.

Il risultato di questo sovrapporsi di incoscienza, vocazione e senso del dovere ha portato circa settanta persone a vivere sotto lo stesso, grande tetto.

Sono famiglie provenienti dalla Tunisia, dalla Costa d’Avorio, dalla Guinea, dalla Georgia, dal Pakistan, dalla Turchia e dal Perù che si incontrano nei corridoi dell’hotel e parlano in lingue sconosciute, ridono, si ritrovano la mattina per fare colazione e la sera vanno a dormire ognuna nella propria camera. In breve tempo si sono ritrovati da questa parte del Mediterraneo e dalla Sicilia sono arrivati a Lanzo Torinese, la patria del grissino. Tutti stanno ricevendo assistenza sanitaria e assistenza legale, alcuni hanno già trovato lavoro. I bambini sono stati iscritti a scuola, e una impressionante rete di volontari si è resa disponibile per aiutare gli operatori (Silvia, Davide, Luca, Lisa, Asia e Maria Josè, presenti sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro) nell’organizzazione delle giornate.  

Giornate durante le quali accadono molte cose.

Il sovrapporsi di coraggio, compromesso ideologico e flessibilità ha permesso a questi bambini di trascorrere pomeriggi in gita con gli scout e giornate in piscina con gli animatori dei centri estivi. Sono stati organizzati corsi di tricoter e di danzaterapia per le mamme, alcuni ragazzi hanno messo a disposizione le loro capacità atletiche nella locale squadra di calcio, Aminata (7 anni di energia e sorrisi dalla Costa D’Avorio) secondo la sua insegnante di danza potrebbe avere un futuro da ballerina.

All’interno della struttura insegnanti in pensione hanno rispolverato i loro libri per aiutare i bambini a fare i compiti e gli adulti a parlare l’italiano, mentre un medico del territorio si occupa di lenire le piccole e grandi ferite che il lungo viaggio ha lasciato sulla pelle di uomini, donne e bambini. Tutte le conoscenze derivanti da anni di esperienza sul territorio hanno mosso la collettività in direzione di quell’albergo che ha improvvisamente ripreso vita.

Ogni giorno vengono recapitati vestiti, giocattoli e materiale scolastico in una forma di solidarietà collettiva e spontanea che sembra accendere una luce di speranza per il futuro di tutti. 

Abbiamo appena iniziato un nuovo lavoro e non sappiamo ancora se sarà un buon lavoro. Sappiamo che tutta l’equipe MisterGrab sta cercando in ogni modo di raggiungere un nuovo e complicato obiettivo.

Vi terremo aggiornati.

Intanto però guardate questi bambini come si arrampicano su pareti rocciose senza guardarsi indietro neanche nei momenti di difficoltà. Guardate Mohamed come fa a spallate nella vita e sul campo da football americano.

Perché noi siamo imperfetti e forse stiamo sbagliando tutto, ma siamo sicuri che a Mohamed e a tutti gli altri, degli argini del fiume, dei limiti imposti dalla politica, dalla società, dall’economia, dall’ideologia o dai nostri vuoti e tronfi esercizi retorici, non importi proprio un accidenti. 

Niente di quanto descritto sarebbe stato possibile senza Andrea. Sei ancora qui, tra questi corridoi e in sala mensa, con la tua professionalità, la tua attenzione e il tuo sorriso. 

Fabio Codias Corresponsabile del servizio Mister Grab