Un

SET

di ricordi

Il Servizio Educativo Territoriale di Stranaidea raccontato dai ragazzi.

SET è il Servizio di Educativa Territoriale dell’Impresa Sociale Stranaidea che opera per il Comune di Torino e in particolare per il Servizio Sociale della circoscrizione 4 che comprende i territori di Parella, San Donato, Campidoglio.

Cosa significa Servizio di Educativa Territoriale? Significa che su mandato del Comune, gli educatori prendono in carico minori del territorio di riferimento e, in condivisione con il Servizio Sociale e il nucleo del minore, si definisce un progetto di educativa ad hoc. È importante sottolineare che l’educatore lavora con tutto il nucleo, i genitori sono quindi parte integrante e attiva del progetto, esattamente come il minore.

Come si fa tutto questo? Dipende, non c’è una risposta giusta. Ci saranno pomeriggi in cui educatore e minore si vedranno da soli, altri in cui si faranno delle attività con la famiglia, altri ancora in cui si trascorrerà del tempo insieme ad altri minori… insomma non c’è una ricetta valida e giusta, ognuno, nel tempo, inventerà la sua!

Episodio 2: I ricordi

Per capire ancora meglio come funziona il servizio chiediamo ai nostri ragazzi di raccontare e raccontarsi. Attraverso un momento di brain storming, mostriamo i nostri cartelloni dove ci sono diversi input e chiediamo loro di rispondere, se vogliono, con le prime cose che gli vengono in mente. Soprattutto chiediamo grande sincerità, senza paura di poterci far rimanere male. Abbiamo bisogno del loro aiuto più sincero e li rassicuriamo che anche dicessero la peggiore delle cose, oramai con noi hanno finito e non potranno avere un nuovo educatore alle calcagna! Di questo soprattutto Marco ne è felice, lui effettivamente è stato un po’ sfortunato: per vicissitudini varie ha cambiato ben 5 educatori, ha dovuto imparare a fidarsi di 5 sconosciuti, sicuramente non è stato per nulla facile e scontato farlo! Quindi un applauso a Marco che nonostante tutto è rimasto e si è rimesso in gioco per ben 5 volte!

Partiamo:

I ricordi più belli che si portano dietro: sui due soggiorni si raggiunge l’unanimità di preferenze. Quello a Viù in particolare per la cucina di Suor Fedora, quello al mare per l’esperienza di dormire in tenda…e poi c’è il mare e su questo non crediamo ci sia altro da aggiungere!

Non mancano poi le piscine (in particolare quelle tamarre e con gli scivoli!), l’esperienza in canoa e anche, banale ma commovente, la nostra cena di Natale.

Anche Viola, la ragazzina che ancora fa parte del Servizio, mette tra i ricordi più belli di gruppo la gita ad Avigliana! Beh come darle torto, si era divertita un sacco sperimentandosi in sport che non aveva mai fatto. Neanche sapeva cosa fosse il sup. Quel giorno Viola, nonostante i suoi 11 anni, sembrava un’eroina impavida. Voleva fare tutto da sola. Non le importava di cadere in acqua. Ha anche dato un po’di coraggio a Marina, un’altra ragazzina, dicendole di non preoccuparsi della canoa perché tanto ci sarebbero salite insieme.

Ci sono poi alcuni ricordi singoli, ad esempio quando l’educatrice ha provato a insegnare a Marzia ad andare in bicicletta: alla fine non ha imparato a rimanere in equilibrio, ma sicuramente si sono fatte molte risate quel pomeriggio.

Fabio racconta di quando è andato a mangiare una pizza alle Gru con l’educatrice di riferimento o quando si andava al bowling o a giocare a biliardo. Lui ha sempre partecipato molto volentieri alle uscite di gruppo, durante tutta la durata dell’intervento. La sua facilità di entrare in relazione con tutti, adulti e coetanei, insieme alla sua simpatia l’ha reso molto popolare e ricercato. Durante i quasi due anni di intervento è mancato solo due volte, dato che indica la positiva adesione al progetto a 360 gradi e il gradimento delle proposte offerte!

Lorenzo, tra i ricordi belli mette anche i viaggi in auto, commentando “Ci siamo proprio scassati!” ed effettivamente i viaggi di andata o ritorno ad un’attività nel nostro lavoro non sono importanti, ma fondamentali. La macchina in questo caso, ma qualsiasi mezzo di trasporto spesso diventa il confessionale dei pensieri e dei sentimenti della giornata!

Viola racconta con piacere un semplice pomeriggio passato alla Rinascente in cui fingeva di essere super ricca e per questo toccava qualsiasi cosa le fosse a tiro. L’educatrice invece ricorda quel pomeriggio con grande panico per il timore che Viola potesse rompere qualcosa!

Tra i ricordi poco piacevoli o poco divertenti rispondono tutti “Nessuno!” Davvero, non li abbiamo costretti! Poi tra le risate generali, Marco ammette che uno degli educatori che ha incontrato nel suo percorso proprio non gli piaceva….per fortuna c’è la privacy e questo nome rimarrà segreto, custodito gelosamente tra le mura del salone di via Bogettto! In ogni caso 1 su 5 a noi pare un estremo successo!

A questo punto gli chiediamo se invece avrebbero voluto fare qualcosa che non abbiamo fatto. Tra le cose dette:

– una gita all’acquario di Genova (da tenere a mente per il futuro)

– andare a Superga (su questo effettivamente avremmo potuto impegnarci, non era complicato organizzarla)

– Il paint-ball soft air

– una gita in montagna, per camminare e rotolarsi sulla neve (da sempre ci proviamo ad organizzarla ma poi non sappiamo bene perché non la concludiamo mai….obiettivo del prossimo inverno!)

– cucinare insieme agli educatori! La cosa positiva è che finalmente è partito il laboratorio di cucina, anche se loro non l’hanno potuto sperimentare!

Dopo questo primo giro di riscaldamento, andiamo più sul personale e chiediamo: “Cosa avete pensato la prima volta che avete visto l’educatore?”

Lorenzo, senza neanche pensarci, esclama: “Madò che palle!” Scoppio di risate e conferma dei pacchi dei primi 6 mesi, come volevasi dimostrare. Sempre lui però tra le cose che non si aspettava e che invece l’hanno colpito ha detto “Non pensavo di divertirmi così tanto alle gite” e se dovesse dire qualcosa ad un ragazzo che ha appena iniziato l’intervento di educativa territoriale gli suggerirebbe di “non aver paura, ma di lasciarsi coinvolgere”.  Parola che detta da Lorenzo non può che renderci felici, cercando sul dizionario vediamo che è composta da “co” e “involgere” che significa “trascinare, avvolgere”. Questo a noi fa pensare a quanto Lorenzo, dopo i dubbi e le perplessità dei primi mesi, si sia poi fidato degli educatori, tanto da lasciarsi travolgere dal percorso.

Anche altri ragazzi hanno pensato che sarebbe stato noioso avere un educatore. Marco suggerirebbe ai futuri ragazzi di fare i bravi, altrimenti “Sto percorso non finirà mai!” Come dargli torto, 4 anni di educativa e 5 educatori, sicuramente è stato faticoso!

Marzia, con il suo candore e la sua dolcezza, ha ammesso di aver pensato che l’educatrice fosse troppo giovane e direbbe ai nuovi ragazzi che è stata una bella esperienza, da cui è uscita migliorata: attraverso questi anni insieme ha superato alcune difficoltà. Ed effettivamente a guardala adesso è maggiormente in grado di scegliere le cose che la fanno star bene da quelle che in passato le creavano più difficoltà.

Fabio, invece, ammette che direbbe “Ti divertirai, ma soffrirai” non sappiamo bene a cosa si riferisse, lui ha solo detto che ci sono anche dei “momenti seri”, noi gli crediamo e riteniamo che questi momenti seri siano privati, non indaghiamo oltre, ognuno di loro sicuramente li avrà affrontati un po’ in privato un po’ con l’educatore di riferimento.

L’equipe di SET

Alice, Elena, Marta, Cristiano, Gaspare, Daniela, Martina, Elisa, Tiziano

*[tutti i nomi dei ragazzi sono di fantasia]